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Integrazione tra i Ruoli Familiari di Virginia Satir e il Mosaico Dinamico Relazionale (MDR®)

10 settembre 2025 65

La nostra identità non è un monolite, ma un organismo vivo, pulsante, che si modella nel tempo attraverso le relazioni che intrecciamo. Ogni incontro significativo lascia un’impronta, ogni legame ci plasma, ci sfida, ci rivela. Pensarsi attraverso le proprie relazioni significa abbandonare l’illusione di un sé isolato e aprirsi alla possibilità di un cambiamento profondo, dove l’altro diventa specchio, stimolo, confine e ponte. In questo scenario, la relazione non è solo un contesto, ma una lente attraverso cui osservare e comprendere la propria interiorità.

È da questa visione che nasce il Mosaico Dinamico Relazionale (MDR®), uno strumento terapeutico che coniuga gioco e introspezione, manualità e narrazione. Il paziente, attraverso figure colorate e neutre, costruisce una rappresentazione tridimensionale del proprio mondo relazionale. Ogni figura posizionata diventa un frammento di sé, un simbolo di legame, distanza, tensione o alleanza. Il mosaico non è solo una mappa, ma un campo di esplorazione, dove il soggetto può osservare dall’esterno ciò che vive dentro, attivando un doppio movimento di espressione e riflessione. La possibilità di manipolare e modificare la disposizione delle figure stimola la flessibilità cognitiva ed emotiva, aprendo la strada a nuove configurazioni relazionali e a una rielaborazione del proprio modo di stare nel mondo.

In parallelo, il pensiero di Virginia Satir offre una chiave di lettura potente per comprendere le dinamiche familiari che influenzano la costruzione del sé. Al centro della sua riflessione c’è la stima di sé, intesa non solo come consapevolezza e accettazione, ma come capacità di entrare in contatto con la propria verità emotiva e di esprimerla. Satir individua nella famiglia d’origine il luogo in cui si formano regole emozionali implicite, divieti e inibizioni che spesso generano sofferenza e spingono l’individuo a sviluppare meccanismi di difesa primitivi. Questi meccanismi si traducono in ruoli relazionali disfunzionali: l’Accusatore, il Pacificatore, il Computer, il Distrattore. Solo il Livellatore, capace di comunicare in modo autentico e congruente, rappresenta un modello sano e integrato.

Integrare il MDR® con il modello di Satir significa dare forma visiva a queste dinamiche interiori. Le figure del mosaico possono incarnare ruoli specifici, rivelando pattern relazionali ripetitivi, conflitti irrisolti, parti del sé non integrate. Il terapeuta, attraverso questo strumento, accompagna il paziente nell’identificazione dei ruoli interiorizzati e nella loro trasformazione, favorendo l’emergere del Livellatore: il Sé autentico, capace di dialogare con tutte le sue parti e di costruire relazioni sane e nutrienti.

In questo processo, la terapia diventa un laboratorio creativo, dove il gioco si fa cura, la narrazione si fa consapevolezza, e la relazione si fa strumento di evoluzione. Il mosaico non è solo un’immagine, ma un invito a guardarsi con occhi nuovi, a riconoscere le proprie modalità relazionali, a sperimentare nuove possibilità. È un viaggio dentro e fuori di sé, dove ogni figura posizionata è una domanda, ogni spostamento è una scelta, ogni configurazione è una storia che attende di essere riscritta.

 

Caso clinico: Sara, 28 anni

 

Sara arriva in terapia per difficoltà relazionali e ansia da prestazione. Cresciuta in una famiglia dove il padre era critico e distante e la madre sempre accomodante, ha sviluppato una forte tendenza al perfezionismo e alla razionalizzazione. Durante la costruzione del mosaico, Sara posiziona le figure familiari in modo rigido e distante. In ambito lavorativo, colloca colleghi e superiori in posizioni periferiche, mentre lei stessa si rappresenta al centro, isolata. Il terapeuta nota l’assenza di figure amicali e affettive, segno di una rete relazionale impoverita. Attraverso la narrazione e la manipolazione del mosaico, emergono le parti interne di Sara: una parte giudicante, eco del padre; una parte compiacente, eco della madre; una parte razionale e controllante; e una parte bambina che desidera esprimersi, inizialmente repressa. Il lavoro terapeutico si concentra sull’integrazione di queste parti e sull’emergere del Livellatore. Con il tempo, Sara modifica la configurazione del mosaico, avvicinando le figure significative e inserendo nuove presenze relazionali. Il cambiamento visivo riflette una trasformazione interna: maggiore flessibilità emotiva, riduzione dell’ansia e apertura alla vulnerabilità.

 

Il mosaico diventa così uno specchio tridimensionale del mondo interno, dove i ruoli familiari possono essere riconosciuti, rielaborati e superati. In questo spazio sicuro e creativo, il paziente può sperimentare nuove modalità di relazione con sé e con gli altri, promuovendo un cambiamento profondo e duraturo. L’integrazione tra MDR® e il modello di Satir non solo arricchisce la comprensione delle dinamiche relazionali, ma offre un percorso concreto e trasformativo verso l’autenticità, la consapevolezza e la libertà interiore.

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